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Il progetto di recupero funzionale di Via San Dalmazzo si é proposto di ripercorrere la storia di Taggia, attraverso una serie di richiami alla memoria degli abitanti e l’impiego di  materiali e forme che hanno permesso di distinguere sempre il nuovo dall’antico, senza però comprometterne mai l’integrazione.
Il Centro Storico rinnovato grazie all’intervento ha ritrovato la sua identità e il ruolo di centralità della vita sociale ed aggregativa che con il tempo aveva perduto, l’intervento ha quindi avuto funzione di ricucitura tra il Centro Storico e la parte di città legata all’attività turistico residenziale.
Il gioco compositivo dei materiali ha creato una nuova scrittura pavimentale geometrica, materica e cromatica. Il pavimento diventa così “disegno dei disegni”, una composizione di motivi geometrici al plurale. I materiali di finitura utilizzati sono la pietra e il mattone; la pietra per il sedime stradale e il mattone per indicare l’asse di percorrenza.
In accordo con la Committenza e la Soprintendenza si é proposto la posa in opera di una pavimentazione in ciottoli e materiale lapideo per colmare l’irregolarità delle cortine murarie. Questa soluzione tecnica, nata come semplice risposta ad una serie di esigenze pratiche, nel momento in cui il percorso della strada attraversava o incontrava un elemento di particolare pregio storico-scultoreo-architettonico caratterizzante il tessuto urbano del Centro Storico, ha rilevato le notevoli potenzialità decorative dei ciottoli.
Negli interventi previsti di adeguamento tecnologico degli impianti, di rifacimento di tutti i sottoservizi e delle reti distributive (sistema  fognario, impianto elettrico, gas, ecc.) si è dato una particolare cura alla possibilità di implementare gli impianti in un prossimo futuro. Il progetto degli impianti elettrici ha mirato a soddisfare le esigenze di efficiente utilizzo dell’energia, in particolare adottando corpi illuminanti caratterizzati da lampade e componenti a basso consumo energetico.
Il Progetto dell’arredo urbano ha previsto l’inserimento di alcuni manufatti quali dissuasori in ghisa a colonnina con catena di raccordo dei quali è prevista la possibilità di rimozione.