Lo studio delle alternative di progetto per il Castello e dell’ambito urbano collegato ha rappresentato una grande occasione di ripensamento delle funzioni che l’edificio ha contenuto e contiene e soprattutto un modo per ‘espandere’ queste funzioni andando a coinvolgere proprio quell’intorno urbano ora separato dal Castello e dal sentiero di visita archeologica frequentati attualmente. E’ necessario rimettere in sinergia i due ambiti, la rocca ed la città per consolidare la destinazione del luogo ed affermarne potenzialità oggi non sfruttate pienamente.
Il Castello di Susa, come si può dedurre dai dati riferiti alla presenza di visitatori delle preesistenze romane e di tutta l’area in cui è inserito complessivamente, rappresenta di per sé un luogo attrattivo.
Individuare una proposta efficace ha significato offrire una grande opportunità di crescita alla città a partire dallo sviluppo di ciò che già esiste nel Castello e creando nell’intera cittadina occasioni di sosta e di approfondimento.
E’ stato utile quindi partire da questa identità esistente per accrescerne, attraverso il progetto di recupero, i contenuti storici e culturali.
Confermare e rafforzare la destinazione di testimonianza storico-culturale per la ‘rocca’ di Susa ha significato approfondire la strada dei significati legati al passato del luogo per rileggerli in chiave contemporanea e trasformarli in opportunità di fruizione da parte del pubblico; si è inteso procedere lungo questa strada provando ad analizzare le diverse sfaccettature che questa destinazione potrebbe assumere, non ritenendo utile costruire una vera e propria alternativa.
Il Castello di Susa il suo intorno archeologico (l’arena, l’Arco di Augusto, le mura romane) e il borgo storico limitrofo hanno presentato occasioni di esplorazione ed approfondimento ed, in ultima analisi, di cultura.
Cultura in una accezione vasta che comprende la possibilità di conoscere realtà passate, ma anche cultura locale con tutti i significati e le valenze possibili: dalle tradizioni artigiane a quelle gastronomiche o di prodotti specifici, a quelle religiose.
La trasformazione del luogo deve avvenire secondo l’idea guida del ‘portare a galla’ le opportunità di Susa, ma farle emergere all’interno di un panorama più allargato in cui rappresentino un riferimento.
Mettere in rete le emergenze significa valutare quali altri monumenti presenti nella Valle sono ‘collegabili’ a Susa, raggiungibili con itinerari a chiave storico-archeologica, naturalistica e paesaggistica, mussale, religiosa e di pellegrinaggio. L’area del Castello conterrà funzioni a carattere più pubblico, pubblica e didattica sarà anche la passeggiata archeologica; nell’intorno urbano si disperderanno invece attività private o di gestione privata che valorizzeranno il borgo nel suo complesso. Il complesso dell’area del Castello è connotato da vari caratteri che, integrati, contribuiscono a determinare possibili identità:
- luogo della storia che conservi e mostri le tracce dei ‘passati’ di Susa in un percorso che si sviluppi nel tempo delle epoche storiche e nello spazio della città: città romana, luogo abitato dai Druidi, città medievale, punto di passaggio della dinastia savoiarda, Susa come centro dei servizi per la Valle;
- centro che funga da ‘indice’ per le emergenze storico-archeologiche, paesaggistiche e culturali della Valle e che ne rappresenti il principale nodo di rete;
- punto per eventi e manifestazioni che sfruttino il singolare scenario archeologico per rappresentazioni e spettacoli, ma anche punto di caduta delle iniziative ed eventi che si svolgono nell’intero territorio valsusino.
Queste identità si raccoglieranno tutte nel Castello a rappresentare le sfaccettature del racconto di cui esso è portatore: un racconto di “grande” storia nazionale come quella del periodo romano narrata dall’arco augusteo e dalle arcate dell’acquedotto, una storia più locale come quella raccontata dalla Contessa Adelaide e dalle trasformazioni del sito dalla stratificazione delle sue pietre.