L’Ospedale Militare “A. Riberi” era un vasto complesso di impianto unitario, sorto negli anni 1910-1920, in un’area che si configurava allora come espansione della città e che avrebbe assunto, negli anni a venire, una forte valenza residenziale, riconoscibile nel tessuto urbano in virtù della sua configurazione di struttura chiusa, circondata da un continuo muro di cinta.
Il progetto ha dovuto coniugare le difficoltà insite nella necessità di ottemperare alle esigenze di tutela messe in evidenza dalla Soprintendenza che quelle connesse alla trasformazione dell’ex Ospedale Militare in Villaggio Media per le Olimpiadi del 2006.
Il principale valore compositivo del complesso risiede nella soluzione formale della galleria coperta che consente di vivere tutti gli spazi collegati come spazi unitari, determinando due tipi di camminamento.Questo elemento cardine continua a mantenere la sua funzione centrale anche nel progetto di trasformazione: la prima scelta progettuale è quindi stata quella di riproporre i percorsi originari di accesso, esaltando il “disegno” dei due percorsi sovrapposti che costituiscono la base di tutto il sistema distributivo.
La seconda scelta progettuale è stata quella di recuperare e rifunzionalizzare come spazi vivibili i piani seminterrati dei padiglioni realizzando un solaio su igloo ed abbassando il livello esterno del terreno con una dolce scarpata, mantenendo la distribuzione originale a corridoio centrale e conservando le scale esistenti in tutti i padiglioni, già localizzate in prossimità del raccordo con la galleria vetrata, sono stati inoltre inseriti ascensori e rampe per il superamento delle barriere architettoniche.
Il progetto del Villaggio Olimpico Media Riberi ha previsto 700 camere da letto per un totale di 920 posti letto, servizi igienici in ogni stanza, spazi collettivi, punti ristoro, una mensa, spazi per uffici, per riunioni e per la trasmissione dei dati.
Nella fase post-olimpica il villaggio è stato poi trasformato nella maggior parte in un complesso residenziale per i militari di carriera e per le loro famiglie; pertanto dove è stato possibile prevedere una destinazione temporanea limitata al periodo olimpico si sono realizzate delle strutture “provvisorie”, facilmente smontabili nella fase successiva, senza dover ricorrere ad onerosi interventi di demolizione e ripristino.