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Nella prima metà del XVII secolo, regnante Carlo Emanuele II, il ducato sabaudo, con l’avvio della costruzione o della trasformazione di alcune residenze fuori porta, iniziava a dotarsi di un primo anello di residenze intorno alla città capitale: Venaria, Rivoli, Moncalieri. Negli anni a seguire il fenomeno assunse una precisa dimensione programmatica di controllo sul territorio abbinato al loisir della corte, principalmente volto ai piaceri della caccia, del raccoglimento poetico, delle reali villeggiature: era sorta la “Corona di delitie”, testimoniata nell’iconografia del Righettino nel 1583.

Con la fine della monarchia e ancor prima attraverso alienazioni, questi complessi sono passati in proprietà di enti e istituzioni diverse, perdendo  - anche a causa della damnatio memoriae seguita ai primi difficili anni della Repubblica – i connotati di eccellenza e di unitarietà dovuti al comune ceppo culturale che li aveva creati.

Il coraggioso, lento recupero delle residenze e della cultura storico artistica sabauda – avviato negli anni ottanta del secolo scorso con mezzi limitati, discontinui e privi di una strategia allargata – ha portato tuttavia all’apertura al pubblico di quasi tutti i complessi e al restauro dei principali percorsi di visita.

Ma le residenze celano nel loro interno, al di là del sipario di eccellenza costituito dalle grandi e unitarie facciate, appartamenti secondari per dignitari, servitù, giardinieri stallieri, guardarobieri, cuochi, cavalli, cani: la “macchina” della corte si avvaleva, in altre parole, di spazi di alta e altissima rappresentatività e di altri sempre meno connotati sotto il profilo artistico, eppure suggestivi e degni di essere conservati e resi noti.

Altri complessi, il cui recupero e restauro è attualmente negato dalla imponenza dell’impegno finanziario oppure dalla consapevolezza dell’impossibilità di riproporre, in una futura visita, la loro dimensione storica, possono trovare nuova linfa attraverso cambiamenti nella destinazione d’uso, resi accettabili ed apprezzabili mediante azioni programmate e condivise che sappiano aggiornare i termini della conservazione e valorizzazione coniugandoli con la ritrovata dimensione economica.

Oggi, infatti, questo straordinario e imponente complesso di regge, castelli, fortificazioni, dilatato dalle ancora più capillari, seppure meno eclatanti, presenze delle residenze dell’aristocrazia sabauda, costituiscono un patrimonio storico artistico e immobiliare dalle enormi potenzialità e ricadute sul territorio.

Di qui la proposta di creare un circuito di residenze – nella loro interezza oppure limitata ad alcuni Appartamenti – destinato alla ricettività di alto profilo. Lo studio di fattibilità  di tale proposta è stata affidato ad un pool di esperti  di varie discipline fra loro interagenti (area architettonico-urbanistica, giuridica, economico-finanziaria, marketing).

Lo studio è stato condotto in due tempi: il primo è stato dedicato alla conoscenza di ciascun edificio e delle singole località, riconoscendo per ognuno la potenzialità di inserimento nel sistema e il tipo di vocazione alternativa posseduta senza alterare la connotazione formale. Alcuni edifici sono stati riconosciuti privi dei requisiti di base ai fini dell’inserimento, mentre per altri è stata segnalata l’indisponibilità della proprietà.

Di conseguenza l’elenco di residenze allo studio si compone delle seguenti residenze:

 

  • Castello di Agliè
  • La Mandria di Borgo Castello
  • Castelvecchio di Stupinigi
  • Forte di Exilles
  • Forte di Fenestrelle
  • Castello di Govone
  • Castello di Lagnasco
  • Cascina Parpaglia presso Candiolo
  • Castello di Racconigi (Margherie)
  • Reggia di Venaria (torrione del Garove)
  • Castello di Revigliasco
  • Castello di Rivoli
  • Castello di Roddi
  • Castello di Serralunga
  • Castello di Valcasotto
  • Villa ai Laghi presso La Mandria
  • Villa Caccia in Romagnano Sesia
  • Villa Moglia presso Chieri
  • Villa Melano
  • Cascina S.Cristina

 

Per tutti i siti sono state compilate schede di conoscenza estese anche all’area territoriale di gravitazione.

L’analisi condotta dimostra che gli immobili selezionati sono tutti dotati, seppure a livello diverso, di una caratterizzazione d’eccellenza, che potremmo definire “sabauda” tout-court per il comune denominatore della storia del territorio piemontese.

In ciascuna di esse, agendo nel rispetto delle loro peculiarità tipologiche e formali, gli studi progettuali hanno dimostrato la fattibilità di inserirvi funzioni ricettive in parallelo con la realizzazione di opere di recupero, restauro e valorizzazione del patrimonio culturale.

La “Corona di delizie” tracciata dal Righettino al volgere del XVI secolo, potrà tornare ad essere tale nell’arco di pochi anni grazie alla lungimirante politica di sostegno già splendidamente avviata con il recupero della Reggia della Venaria Reale.